sabato 12 febbraio 2011

Cosa ricordo di Radio Mirtillo?

Oggi inauguriamo Amarcord, una nuova rubrica nata per valorizzare la memoria di chi ha vissuto con passione l’avventura di Radio Mirtillo. Iniziamo con pubblicare il racconto di Vanni.



La prima parola è sicuramente libertà, era proprio una radio libera “veramente”, dove potevi far sentire musica e idee senza censure e problemi, dove si cercavano i fondi solo per trasmettere e non per profitto.
Un’altra parola che mi viene in mente è gruppo, un gruppo di giovani entusiasti, allegri e seri, con personalità diverse e gusti diversi, ma accomunati da questa idea di fare la radio, per divertirsi e per comunicare, per sentirsi diversi dalla massa e poterlo esprimere, con anche un po’ di orgoglio e passione, grazie ad un microfono.
Per me è stata un’esperienza bellissima, anche perché è stato incredibile aver la possibilità di poter esprimere la mia più grande passione, ovvero la musica, quella musica, quella incredibile dei Sixties (per me l’apice è stato fra il 64 e il 69!) ma anche tutte quelle dopo, e il punk che ci aveva ridato energia, la new wave che ci aveva eccitato, e tante belle canzoni che ci piaceva far scoprire agli amici e che accompagnavano i nostri momenti, quelli belli e anche quelli brutti, dentro e fuori dalla radio.
Io facevo Allogallo, un programma demenzialmusicale con Giovanni, lui a sparare nonsense e cose divertenti, io a far regia, dandogli un canovaccio su cui improvvisare e curando una scaletta rigorosamente rock, lui debordante io rigoroso e caustico.
Poi facevo gli Special (da Jimi ai Doors, da Janis ai Canned Heat…) pur senza Wikipedia, le pubblicità e gli stacchi musicali, le colonne sonore da mandare quando non c’erano trasmissioni, ore e ore a registrare ma quanto divertimento.
Un’esperienza che mi è servita anche professionalmente: programmare e parlare al microfono mi sono stati utilissimi, per vincere timidezze e mettermi alla prova.
Ricordo che per gli Spot usavamo un ragazzo siciliano che aveva una voce e una pronuncia incredibile, da vero professionista (Alberto Gullotta n.d.r.), e il divertimento (e perché no la soddisfazione) degli spot per “Jeans West” (allora un marchio Benetton n.d.r.) delle scenette recitate che terminavano con «Jeans West, c’è chi può!» che erano piaciute molto.
Parallelamente poi abbiamo avuto anche la fortuna di partecipare all’organizzazione e realizzazione di Eppursimuove, portando a Treviglio artisti di teatro e musicisti di alto livello e originalità.
Indimenticabile la promozione di Els Comedians per le strade di Treviglio, una carica di allegria e energia e spettacolarità tutta catalana: e che meraviglia vedere il palazzetto Zanovello pieno di gente di tutte le età che si godevano e applaudivano uno spettacolo originalissimo!
Poi come per tutte le cose belle incominciano i problemi (anche i migliori Gruppi si sciolgono…), si vedono le cose diversamente, le personalità e le antipatie si confrontano e, come è giusto, le avventure finiscono e si va per altre strade.
Ma sempre col ricordo di aver partecipato a qualcosa di unico e speciale.

Grazie Radio Mirtillo!

E un saluto a tutti quelli che ci hanno creduto, che l’hanno sentita e che provano passioni ancora oggi.

Vanni 
gennaio 2011

4 commenti:

  1. grande vanni ! grazie x le bellissime parole
    gigi

    RispondiElimina
  2. Ciao sono Ivan,
    ero in compagnia con Paola, Pietro, Enrico
    (che ci ha lasciatio drammaticamente)e tanti altri ragazzi. Io ho trasmesso nell'82 c'era Tiziano Denti che mi seguiva. Trasmettevo nel primo pomeriggio del Martedì e Giovedì. Che bei tempi, che belle emozioni e che bei ricordi. Portavo da casa la maggior parte dei dischi e mi piaceva far ascotare la musica vera,le mie canzoni preferite. Ricordo d'aver fatto anche uno special sui BEATLES.
    Condivido le parole di Giovanni sull spirto che di Libertà che questa esperienza mi ha dato. Grazie Giovanni per i ricordi che ci hai regalto nuovamente.

    RispondiElimina
  3. Ciao sono monica, la sorella di enrico. Vedendo tutto questo ho pianto a dirotto. Mi sono commossa perchè ho ritrovato tanti fatti conosciuti e vissuti 30 anni fa!
    Grazie a nome di mio fratello enrico.
    monica (monica.ritah@gmail.com)
    fb monica ritah

    RispondiElimina
  4. Ricordi: le 50.000 lire di quota raccolte con fatica e date ad una riunione in via Galliari. Una pizza a Calvenzano dopo una festa in piazza: ero un adolescente circondato da persone ai miei occhi molto più adulte. La precisione di scrittura dei brani sulle cassette di Vanni. Il grande amore che mostrava Gigi in tutto quello che faceva. Il cazzeggio di altri. Il modo di parlare e gesticolare di Macio. Il primo mio bacio a Bea mentre eravamo "in onda" con in sottofondo un brano di Steavie Wonder. Il condizionatore d'aria che gelava la stanza. Il panico per la possibilità di non essere abbastanza veloci a disattivare l'allarme quando si apriva la porta d'ingresso. Il rimprovero per il dirimpettaio della radio infastidito dal mio prolungato bacio con la Bea sul ballatoio. La pallosità dei Cassiopea. Il commento di mia madre quando ho presentato un evento in piazza: "non s'è capito nulla". I "più giovani" a cui insegnavo come si usava il mixer (saluto Ivan). Non aver capito che se un giorno nessuno apriva la porta della radio era perchè qualcuno stava scopando (scusa Gigi e scusa Laura). La difficoltà di parlare in un microfono: un brano fantastico di Frank Zappa tratto da "Sheik Yerbouti" da me sminuito... perchè non sapevo che cazzo dire. Le chiavi da prendere all'officina di Franco Pagani. La Bea che si faceva una sigaretta seduta su un tavolo nell'officina di Franco mentre lui era al tornio. Franz Frokio (o come cavolo si possa scrivere) che si caga sotto e esce dalla radio dopo aver ruttato al microfono mentre si mandava Papa Giovanni e il suo "discordo alla luna" (della serie il coraggio mica lo vendono al supermercato). Franco che arriva poco dopo alla radio tutto incazzato e se la piglia con me. I fricchettoni che "mandavano" i Doors e Janis Joplin. Il viaggio a Caravaggio con Franco per comprare un costoso, per le finanze della radio, transistor di potenza che si fotteva ogni spesso e "oscurava" il segnale. La noia per il jazz trasmesso da Bordoni o nome simile. Le novità inglesi che Bandera mi passava. Il non capire perchè sempre meno era frequentata la radio. Un ultimo dell'anno con musica che ho passato immobile per poi ballare tutto solo e scatenato "Israel" di Sioxie quando se ne erano andati tutti verso le due o tre di notte. La bravura tecnica di Franco che aveva creato un marchingegno che faceva funzionare ogni cosa anche la sera e la notte con timer e robe varie. Le confidenze con Vava Vittorio Vavassori. Che non mi piaceva per nulla Springsteen e Costello e i Pretenders. L'amicizia di Beppe Rossi. La passione per Stevie Wionder ("The Secret Life of Plants" l'ho ora sul mio pc grazie a lui) e la musica brasiliana di Gigi. La notizia che Carlo se n'è andato (avuta vent'anni dopo ma sempre alla radio l'ho associata). E anche la morte dell'unico deejay che la radio avesse avuto: non ne ricordo il nome - forse è il Gullotta di cui Vanni parla nel post precedente - ma era il solo impostato e mandava musica commerciale. Mi faceva cagare e lo ammiravo al tempo stesso. Il tale che trasmetteva musica sarda e che disperato mi chiamava puntualmente a casa perchè tutti si erano scordati di lui e trovava la radio chiusa. Guardo le foto pubblicate e mi colpiscono due cose: eravamo tutti molto magri e c'era un senso di appartenenza, di gruppo. Mi ha colpito anche l'assenza di didascalia alla foto che ritrae Tiziano (che sono io) e Bea seduti con alle spalle le vetrine dell'UPIM.

    Due innamorati anonimi a cui dedico:

    Ricordo una chiesa antica,
    romita,
    nell'ora in cui l'aria s'arancia
    e si scheggia ogni voce
    sotto l'arcata del cielo.
    Eri stanca,
    e ci sedemmo sopra un gradino
    come due mendicanti.
    Invece il sangue ferveva
    di meraviglia, a vedere
    ogni uccello mutarsi in stella
    nel cielo.

    RispondiElimina